


Pubblichiamo di seguito un articolo scritto dalla nostra amica Ilenia Vasta, che racconta la propria esperienza della giornata straordinaria di raccolta alimentare, organizzata il 19 settembre dall’Associazione Cappuccini.
È proprio vero quanto afferma Julian Carron nel suo nuovo libro "La bellezza disarmata": «Si ripete oggi la stessa reazione che i primi avevano davanti a Gesù. Non sono le opinioni religiose che muovono le persone,ma una umanità vera, piena. Occorrerà poi dare tutte le ragioni di tale diversità, ma il primo contraccolpo è l’incontro con una umanità vera, non ridotta». Questa è stata l’esperienza che, ancora una volta, io e altri amici abbiamo vissuto sabato scorso. Facciamo caritativa da diversi anni in alcuni dei quartieri più poveri di Catania, la nostra opera si chiama "Associazione Cappuccini". Sosteniamo le famiglie di cui ci occupiamo,un centinaio circa, attraverso la distribuzione settimanale di prodotti alimentari, l’attività del doposcuola a bambini e ragazzi, ed un minimo di assistenza medico-sanitaria e legale, possibile grazie alle competenze di chi tra di noi si sta specializzando in questi ambiti, e agli amici che offrono la loro disponibilità e il loro tempo per capire e tentare di risolvere le varie problematiche amministrative e burocratiche in cui ci si imbatte. Al rientro dalle vacanze estive, periodo in cui già scarseggiavano i prodotti che ci vengono forniti dal Banco alimentare (consistenti in aiuti FEAD provenienti dall’UE, prodotti offerti dai supermercati convenzionati, e raccolta proveniente dalla giornata nazionale della colletta alimentare), siamo proprio rimasti a secco, non riuscivamo a fare neanche un turno di distribuzione buste, così abbiamo deciso di organizzare una raccolta straordinaria per le nostre famiglie all’Ipersimply di Ognina. Essendo una raccolta organizzata solo da noi, abbiamo portato tutti i pannelli, i cartelloni di foto, e le brochure della nostra Associazione, tutto il materiale cioè che racconta chi siamo, chi sono i nostri bambini, le nostre famiglie, per CHI stavamo chiedendo di comprare un pacco di pasta o un omogenizzato insomma. La raccolta è andata bene, al di sopra delle nostre aspettative, e ci consentirà di fronteggiare il bisogno per qualche settimana,il che non risolve i problemi di indigenza ma ci permette di rispondere all’esigenza concreta dei più poveri, nell’attesa che arrivino più prodotti dal Banco, o che si organizzi un’altra raccolta straordinaria. Ma ciò che ci ha colpito di più è stato il riconoscimento che alcune persone hanno avuto di ciò che era all’opera in noi volontari, e nel gesto che stavamo facendo. Racconto un episodio che mi è capitato personalmente: fermo un ragazzo, un giovane uomo in realtà, di quelli con il casco di una super moto in un braccio e l’atteggiamento di chi ha cose più serie a cui pensare. Cerco di dargli la brochure e gli dico di me, dell’Associazione Cappuccini e del perché stavamo facendo quella raccolta, e gli chiedo se vuole aiutarci comprando anche solo un pacco di pasta. Lui, guarda le foto nei cartelloni, mi sorride, si rifiuta di prendere la brochure, mi risorride e mi dice "non ci credo nel volontariato" ed entra nel supermercato sempre sorridendomi. All’uscita, aveva in mano dei pacchi di pasta, si avvicina e mi dice "tieni, ti ho portato questi, nel volontariato non ci credo ma tu mi hai fatto proprio simpatia!". Allora io (perfino) un po’ scocciata cerco di ridargli la brochure chiedendogli di guardare almeno quello che facciamo nel quartiere e mi lamento dicendogli che il punto non è se io sono più o meno simpatica. Lui sale sulla moto e se ne va, ed io resto tutta provocata da questo dialogo e un po’ indisposta... dopo qualche minuto ritorna e mi dice "senti, non mi sono spiegato bene prima, non è che mi sei simpatica tu, appena, è che ho provato una stima, una simpatia umana per quello che stai facendo e per la faccia che hai. Per questo non ho potuto fare a meno di comprare la pasta". A quel punto l’ho ringraziato (soprattutto per essere ritornato a dirmelo). Aveva capito più lui di quanto io cercassi di spiegargli.. O ancora, una signora fermata da un mio amico, che di fronte al suo invito a contribuire alla raccolta, ha espresso tutto il proprio sospetto per le associazioni di volontariato e le iniziative umanitarie, e poi dopo aver parlato un poco con lui, all’uscita dal supermercato ha lasciato un bel po’ di roba dicendogli: c’è tanta menzogna in giro, ma io ti credo! O tante altre coppie, famiglie, anche di immigrati, che secondo le loro possibilità hanno lasciato, chi un solo omogenizzato, e chi un carrellino intero, ringraziandoci di essere lì, e di dare anche a loro la possibilità di contribuire. È stata proprio una giornata piena, in cui ciò che risaltava non era l’affinità di opinioni o la predisposizione o meno alla generosità, ma il riconoscimento di un’umanità vera che si muove investendo il proprio tempo e le proprie energie per il bene comune, per servire cioè un’opera più grande. Anche noi volontari, nel tentativo di rispondere ad una esigenza concreta, che è quella del cibo per le nostre famiglie, eravamo lì per questo, per scoprire ancora una volta presente Uno che si industria per il nostro desiderio di felicità e di compimento, così come noi, cerchiamo di industriarci per prendere sul serio il bisogno dell’altro interamente, dal pane all’educazione, ad una vita dignitosa.
Ilenia Vasta, Raccolta straordinaria sabato 19 settembre





